Greta

domenica 23 gennaio 2011

L'orchidea bianca (racconto di Cookie)

Una camera con le pareti color grigio malva e una bellissima orchidea bianca vicino alla finestra.

Ti aspetto nell'appartamento vuoto scelto insieme e che non abbiamo mai pensato di arredare. Quando siamo in due tutto il resto è superfluo, non serve altro per stare bene.

Arrivi dall'aeroporto, posi la valigia e mi stendi con un sorriso, poi ti togli il cappotto e mentre ci baciamo io ti sfilo il resto.
Stai benissimo con il nuovo taglio di capelli, ti dona un sacco. Anche se ti lamenti di lavorare troppo, Londra mi sembra che ti faccia davvero bene, sei proprio uno schianto.
I nostri respiri nel silenzio, gesti e carezze per fermare il tempo. Chiudiamo fuori dalla porta un mondo che continua a correre nella fenesia di un sabato pomeriggio


L'orchidea bianca si nutre della nostra passione. Si trova nel suo ambiente ideale. In un'atmosfera che risveglia i sensi e assopisce la ragione. Stare con te è fare un salto sopra il vuoto delle cose. Mi perdo nel profumo della tua pelle. Le mie mani sui tuoi seni, ti slaccio il reggipetto e faccio scivolare le mutandine. Entro dentro di te, grosso e pieno. Mi muovo piano fino in fondo, con delizia. Poi mi guidi verso una nuova via, un territorio inesplorato.


"Ohh!...My Sweet Backdoor Man" – lo dici con un filo di voce e mi sfiori con una carezza. Io mi abbandono alle tue parole silenziose e mentre vengo, me ne volo via ad occhi chiusi.


Rimani sdraiata al mio fianco a leggermi a voce alta - con accento perfetto della City - qualche pezzo dalla raccolta di poesie presa a Heathrow in attesa dell'imbarco:

“...comes from one small bud
on a long spindly stem, one
blood red gold flower
opening at mid-summer,
tiny, perfect in its hour.
Even to a white-
haired craggy poet, it's
purely erotic...” - Sam Hamill


Racconto di Cookie
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