Greta

lunedì 8 marzo 2010

Ahhhhhhhhhh Gianna (illustrato)

«Ah! Sì, così – dai, dai – sì, ancora. Ahhhh, sono la tua porca. Sfondami. Sì, dai, così - Ah aaaaaaaaaaaaaaaaah sìììììììììììì. Sì. Sì. Sì. Dai, dai. Ancora…!» Gianna si alza e va in bagno senza accendere la luce. La luna illumina i suoi piedi sulle mattonelle blu.



Fa pipì, poi esce senza specchiarsi. È troppa la paura di ritrovarsi negli occhi l’immagine di quella donna sfatta che da troppo tempo finge e si fa anche un po' schifo.


Stretta tra cunicoli di fantasie non sue. Stropicciata da mani violente e pistoni che entrano da tutte le parti.


Piergiorgio si è addormentato. Tornando dal bagno lo sente russare, poi si infila sotto le coperte, evitando di toccarsi. Si fa un po' schifo. Schifo del corpo bianco e flaccido a cui è incatenata e che non ha saputo svezzare dalla bulimia di inculate e bella vita.


Si rigira nel letto, in attesa. Dopo anni, essere violentata da un marito che non la eccita e non se ne è mai accorto, la eccita ancora. Come maionese impazzita la mente lo trasforma in fantasia avvizzita, malsana. Soffocata e delirante. In un desiderio contorto che non capisce più.


si stende a pancia in su, allunga il braccio destro verso il pube e con la mano si tocca. Direttamente al clitoride. Niente preamboli. La mena, pensando a un uomo che non conosce. Un marinaio ubriaco, un camionista, un elettricista. Ok per il camionista. Di quelli lerci sudati. Con lo zoccolo sfondato e le patacche di unto sulla camicia. È lui, il suo preferito. Gianna si immagina giovane e avvenente.


A piedi con l'auto in panne, ha raggiunto l'autogrill e ora chiede scusa, entra nella cabina di guida. Gli chiede un passaggio. Rallenta la masturbazione, che sale e scende si accende e si spegne – mentre lei mette a fuoco i particolari. Scarta quelli che non le piacciono, annaspa per un colore, l’odore che strappa lo spasimo.

è un attimo provocarlo con la scollatura abbondante, con le tette morbide e il capezzolo in vista. Sobbalzano al ritmo del motore. Il camionista le mette una mano sulla coscia e le accarezza un ginocchio. Gianna allarga le gambe. Subito. Non aspettava altro. Si offre, ingorda e maliziosamente colpevole.


La mano sale, si infila nelle mutandine e comincia a sfrucugliarle la figa. Gianna è bagnata, spalanca le cosce, il camionista eccitato ansima nel doppio mento. «Sì, brava, apri bene... Ma che bella fighetta bagnata che c’hai. Ti piace eh? Vuoi che vado a chiamare un mio amico?» Gianna gode e non risponde. Smania per portarselo dentro. Regista di prelibate sconcezze in autostrada.


Le mani grandi, ruvide, sudate, arrivano dappertutto; il camionista abbassa la cerniera, le alza la maglietta e le strizza le tette. Gliele lecca, morde i capezzoli e finalmente tira fuori il cazzo.


gianna sente un odore acre e penetrante - piscio e mutande non lavate. La mano spinge nella sua figa, sempre più dentro. Come fosse una bambola, il camionista la sposta di peso, la sbatte contro il volante. Senza togliere la mano dalla figa.


Poi finalmente la monta. Si sputa nell’altra mano e gliela passa sempre più vicino al culo. Poi ci infila un dito. Il cazzo arriva, enorme. Orgasmo, paura, fame, colpa, goduria - un desiderio selvatico finalmente la appaga. Senza guardare in faccia nessuno.


«Sei proprio una bella troia. Sì, muoviti, così. Così, dai – dai – fammi godere…». Gianna non ha forza di rispondere. Mugugna, scuote la testa. Il cazzo del camionista sbatte, lo sente ingrossarsi, stringe i muscoli, lo risucchia, lo trattiene. «Dopo ti faccio scopare da un mio amico. Gli piaci, vedrai, con quelle tette lì…. Dopo lo chiamo» – le fa il camionista dopo essersi asciugato. Gianna si immagina scopata da due uomini. Due camionisti. Contemporaneamente. Uno lo spompina mentre l’altro la prende nel culo. Poi viene. Poi si addormenta.


Si è agitata parecchio, stanotte. Ma Piergiorgio dorme, continua a russare in sogni allo champagne e caviale, eiacula riunioni col direttivo. Sborra milioni e punti mastercard. Rabbia e tensione nel culo della moglie, che risarcisce con pellicce e diamanti.


Poi Gianna si sveglia. È buio. Non sa. Che ore sono? Ha sentito un rumore? O era un sogno? Forse è solo sete. Tra la porta di cucina e il frigorifero firmato le viene un'idea. Finalmente! Apre un cassetto. Prende un coltello, torna in camera e sgozza il marito. Poi va in bagno. Voluttuosa, si insapona di bagnoschiuma alla mandorla e ciliegia cinese con polvere di perle. Un regaletto che Piergiorgio le ha portato. "al mio amore a Verona da Pechino with love, P".


Poi si veste. Con calma. Sotto, il completino intimo che Piergiorgio le ha regalato per Natale. Reggiseno grigio di pizzo, molto scollato. Una striscia di perizoma. Sopra, minigonna bianca e autoreggente. Tacco rigorosamente 12.


alle 4.07 Gianna esce di casa, felice. Allegra come non lo era mai stata in quella casa, e imbocca l’autostrada. Pronta per uno sporco camionista.
 
 
 
 
© Madame Greta Urbetzkj Your Web-Mistress 2009
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con le illustrazioni di AmicoAnonimo


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