Sì, tutto: spingere una maniglia, togliersi le scarpe, mettersele scalcagnate, scrivere alla tastiera, ma di un Internet point: dopo un nigeriano, prima di una moldava, rubare il prosciutto in frigo, alle due di notte, riconoscere un'ascella e un'epoca da un odore, essere ospiti, andare in bagno e intascare la saponetta, far salire un autostoppista e mettere su quella musica registrata da un porno.
Perché, appunto, il sesso in fondo è feticismo: si gode per l'idea, quasi mai per il piacere punto e basta.
Ci si crogiola nell'atmosfera, accarezziamo muscoli figurandocene la forza, baciamo piedi godendo della perversione, sfioriamo schiene compiacendoci del brivido sotto le dita, diciamo porcate diventando qualcun'altra, o noi stesse finalmente. Si scalano le vette della bassezza, si domina in ginocchio godendo del potere di far urlare, ci si agita indemoniate o inerti, subendo spinte, restituendo graffi.
Hai voglia a supplicare “ancora”, a guaire, a tenerti alla testa del letto, e a convincerti che è perché ti piace. Menti: è soprattutto per svegliare il vicino.
Anche se godi per davvero il sesso rimane una recita, una messinscena, in cui lo specchio non dà gusto, se non s'immagina, dietro, la spia; o almeno di raccontarlo.
C'è una scena di un vecchio film in cui Celentano promette all'amata che se lei gli si concederà lui terrà il segreto. È il massimo del sacrificio: a costo di patire le pene dell'inferno neanche Adamo ed Eva che facevano l'amore sono riusciti a nasconderlo.
Su questo con questo e in questo riflette a quest'ora dopo la mia confessione Don Ezio, abbeverandosi dall'acquasantiera, umettando limaccioso una candela del sangue di Cristo.
© Madame Greta Urbetzkj Your Web-Mistress 2009
all rights reserved
Nessun commento:
Posta un commento
Sospiri